𝙎𝙩𝙞𝙡𝙚 𝙧𝙚𝙡𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙖𝙡𝙚 𝙋𝙀𝙍𝙁𝙀𝙕𝙄𝙊𝙉𝙄𝙎𝙏𝘼-𝙊𝙎𝙎𝙀𝙎𝙎𝙄𝙑𝙊

𝙎𝙩𝙞𝙡𝙚 𝙧𝙚𝙡𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙖𝙡𝙚

𝙋𝙀𝙍𝙁𝙀𝙕𝙄𝙊𝙉𝙄𝙎𝙏𝘼-𝙊𝙎𝙎𝙀𝙎𝙎𝙄𝙑𝙊 (amare senza capire: «𝒏𝒐𝒏 𝒔𝒐 𝒔𝒆 𝒂𝒎𝒂𝒓𝒕𝒊 𝒆̀ 𝒍𝒂 𝒄𝒐𝒔𝒂 𝒈𝒊𝒖𝒔𝒕𝒂, 𝒅𝒆𝒗𝒐 𝒄𝒂𝒑𝒊𝒓𝒍𝒐»):

I genitori appaiono a «𝐝𝐨𝐩𝐩𝐢𝐚 𝐟𝐚𝐜𝐜𝐢𝐚𝐭𝐚», una facciata di dedizione ed interesse che cela comportamenti ostili e rifiutanti.

Il clima familiare non risulta essere particolarmente caratterizzato da calore ed espansività: esiste un 𝐝𝐢𝐯𝐚𝐫𝐢𝐨 𝐭𝐫𝐚 𝐢𝐥 𝐥𝐢𝐧𝐠𝐮𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨 𝐯𝐞𝐫𝐛𝐚𝐥𝐞 𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐯𝐞𝐫𝐛𝐚𝐥𝐞, che spesso tendono a non coincidere, procurando nel soggetto una sensazione di confusione.

La 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐢𝐜𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐠𝐞𝐧𝐢𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚𝐥𝐞 𝐞̀ 𝐝𝐢 𝐭𝐢𝐩𝐨 𝐚𝐧𝐚𝐥𝐢𝐭𝐢𝐜𝐨 𝐞 𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞, piuttosto che immediata ed espressiva. Sono genitori esigenti che tendono a ricoprire il figlio di responsabilità e maturità eccessiva per l’età del bambino. Il soggetto, come conseguenza, tende a sviluppare 𝐚𝐭𝐭𝐞𝐠𝐠𝐢𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐬𝐞𝐫𝐢, 𝐫𝐢𝐟𝐥𝐞𝐬𝐬𝐢𝐯𝐢 𝐞 𝐝𝐢𝐬𝐭𝐚𝐜𝐜𝐚𝐭𝐢, dettati da una sensazione di 𝐩𝐚𝐮𝐫𝐚 𝐩𝐞𝐫𝐯𝐚𝐬𝐢𝐯𝐚 𝐝𝐢 𝐢𝐧𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨𝐥𝐥𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢𝐭𝐚̀, a sua volta comportata dall’intolleranza all’ambivalenza e sviluppando, come soluzione a tutto ciò, un 𝐚𝐭𝐭𝐞𝐠𝐠𝐢𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨𝐥𝐥𝐨 𝐞 𝐫𝐢𝐜𝐞𝐫𝐜𝐚 «𝐜𝐨𝐠𝐧𝐢𝐭𝐢𝐯𝐚» 𝐝𝐢 𝐜𝐞𝐫𝐭𝐞𝐳𝐳𝐞.

La rappresentazione interna di Sé che si creano queste persone è anch’essa 𝗮𝗺𝗯𝗶𝘃𝗮𝗹𝗲𝗻𝘁𝗲: da una parte si percepiscono come amabili, ma dall’altra no. Ciò accade, perché le figure di attaccamento tendono a richiedere la perfezione e la persona, rendendosi conto di non poterla raggiungere, cade in un senso di incapacità nel soddisfare tale richiesta, sperimentando ambivalenza sulla percezione di Sé.

Da adulte, queste persone, mirano alla ricerca della coerenza tra un ordine ideale e quello reale: è il loro pensiero a essere teso verso la perfezione, non le loro azioni.

Il loro mondo emotivo viene costantemente controllato.

𝐋𝐞 𝐞𝐦𝐨𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐯𝐚𝐭𝐞 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐫𝐞 «𝐬𝐩𝐢𝐞𝐠𝐚𝐭𝐞» 𝐞 «𝐠𝐢𝐮𝐬𝐭𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚𝐭𝐞», 𝐢𝐧 𝐛𝐚𝐬𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐥𝐨𝐠𝐢𝐜𝐚. Per questo motivo, rabbia, istinti sessuali e ostilità vengono vissuti con 𝐯𝐞𝐫𝐠𝐨𝐠𝐧𝐚 𝐞 𝐢𝐧𝐝𝐞𝐠𝐧𝐢𝐭𝐚̀: ciò denota una 𝗳𝗼𝗿𝘁𝗲 𝘀𝗲𝗻𝘀𝗶𝗯𝗶𝗹𝗶𝘁𝗮̀ 𝗮𝗹 𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝘇𝗶𝗼 𝗲 𝘂𝗻’𝗲𝗰𝗰𝗲𝘀𝘀𝗶𝘃𝗮 𝗮𝘁𝘁𝗲𝗻𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗮𝗶 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗶𝗰𝗼𝗹𝗮𝗿𝗶, 𝗽𝗶𝘂𝘁𝘁𝗼𝘀𝘁𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝘃𝗶𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱’𝗶𝗻𝘀𝗶𝗲𝗺𝗲. Ne deriva che le strategie che adoperano per “controllare” la realtà, sono quelle di perdere molte energie nel pianificare e arginare eventuali eventi negativi.

Sono persone che, per mantenere un 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨𝐥𝐥𝐨 𝐭𝐨𝐭𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐞𝐦𝐨𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢, 𝐡𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐝𝐢𝐟𝐟𝐢𝐜𝐨𝐥𝐭𝐚̀ 𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐯𝐚𝐫𝐞 𝐮𝐧 𝐜𝐨𝐢𝐧𝐯𝐨𝐥𝐠𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐞𝐦𝐨𝐭𝐢𝐯𝐨, quindi questo è difficile che accada.

Il fatto di percepire la realtà come 𝗺𝘂𝗹𝘁𝗶𝗳𝗼𝗿𝗺𝗲, 𝘃𝗮𝗿𝗶𝗮𝗯𝗶𝗹𝗲 𝗲 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗮𝗱𝗱𝗶𝘁𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮, li conduce a 𝐫𝐢𝐟𝐥𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐚𝐜𝐜𝐮𝐫𝐚𝐭𝐞, 𝐥𝐨𝐠𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐞 𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐢 𝐬𝐮𝐥𝐥𝐚 𝐯𝐚𝐥𝐢𝐝𝐢𝐭𝐚̀ 𝐝𝐞𝐥 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐧𝐞𝐫, nel momento della scelta di questo. Questa dinamica avviene durante l’intera relazione sentimentale, non solamente nelle prime fasi, al fine di fare sempre la «cosa giusta», si pongono nel rapporto in un ruolo di «superiorità», gestendo e controllando continuamente a livello pratico ed effettivo tutti gli aspetti della relazione. Solo così si sentono appagati ma, in realtà, hanno 𝐝𝐢𝐟𝐟𝐢𝐜𝐨𝐥𝐭𝐚̀ 𝐚 𝐥𝐚𝐬𝐜𝐢𝐚𝐫𝐬𝐢 𝐚𝐧𝐝𝐚𝐫𝐞 𝐚𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐢 𝐞𝐦𝐨𝐭𝐢𝐯𝐢.

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