Tre 𝙨𝙩𝙞𝙡𝙞 𝙥𝙚𝙧 #𝙘𝙤𝙢𝙪𝙣𝙞𝙘𝙖𝙧𝙚
- Silvia Fortunati
- 10 mar 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 12 mar 2022
Esistono tre principali 𝙨𝙩𝙞𝙡𝙞 𝙥𝙚𝙧 #𝙘𝙤𝙢𝙪𝙣𝙞𝙘𝙖𝙧𝙚, ognuno caratterizzato da differenti pensieri, emozioni e comportamenti.
1. 𝐀𝐆𝐆𝐑𝐄𝐒𝐒𝐈𝐕𝐎: consiste 𝒏𝒆𝒍𝒍’𝒆𝒔𝒑𝒓𝒊𝒎𝒆𝒓𝒆 𝒊 𝒑𝒓𝒐𝒑𝒓𝒊 𝒃𝒊𝒔𝒐𝒈𝒏𝒊 𝒔𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒄𝒖𝒓𝒂𝒓𝒔𝒊 𝒅𝒊 𝒒𝒖𝒆𝒍𝒍𝒊 𝒂𝒍𝒕𝒓𝒖𝒊. Spesso, sono persone che si impongono a spese di altri, danneggiandoli. Ciò che ne deriva è che gli altri, solitamente non comprendono quali siano le reali esigenze di chi le esprime. Queste persone non riescono a comunicare il proprio messaggio perché suscitano negli altri emozioni negative e questi, feriti, non si concentrano sul #contenuto del messaggio ma sul modo aggressivo e violento in cui viene espresso. Il risultato è che le persone che si esprimono con questo stile comunicativo non vengono comprese, ma vengono evitate. Esigono che gli altri si comportino come preferiscono, non modificano la propria opinione, scelgono per gli altri, manipolano, non accettano di sbagliare e non chiedono mai “scusa”. La convinzione degli individui aggressivi è: “𝐈 𝐦𝐢𝐞𝐢 𝐝𝐢𝐫𝐢𝐭𝐭𝐢 𝐯𝐚𝐥𝐠𝐨𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐝𝐞𝐢 𝐭𝐮𝐨𝐢”, di conseguenza, l’atteggiamento da loro utilizzato sarà di prevaricazione. Esempi di frasi tipiche di tipo aggressivo sono: “𝐒𝐨𝐥𝐨 𝐦𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚𝐧𝐝𝐨𝐬𝐢 𝐟𝐨𝐫𝐭𝐢 𝐬𝐢 𝐩𝐮𝐨̀ 𝐯𝐢𝐧𝐜𝐞𝐫𝐞”, “𝐒𝐭𝐚𝐢 𝐳𝐢𝐭𝐭𝐨, 𝐧𝐨𝐧 𝐞̀ 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐝𝐢𝐜𝐢 𝐦𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐝𝐢𝐜𝐨 𝐢𝐨”..
2. 𝐏𝐀𝐒𝐒𝐈𝐕𝐎: sono persone che 𝒓𝒊𝒏𝒖𝒏𝒄𝒊𝒂𝒏𝒐 𝒂𝒅 𝒆𝒔𝒑𝒓𝒊𝒎𝒆𝒓𝒆 𝒊 𝒑𝒓𝒐𝒑𝒓𝒊 𝒃𝒊𝒔𝒐𝒈𝒏𝒊 𝒑𝒆𝒓 𝒔𝒐𝒅𝒅𝒊𝒔𝒇𝒂𝒓𝒆 𝒒𝒖𝒆𝒍𝒍𝒊 𝒂𝒍𝒕𝒓𝒖𝒊. Inibiscono le proprie emozioni e non riescono a soddisfare le proprie esigenze. Sono persone che subiscono, hanno difficoltà a fare richieste o rifiutarle (se espresse dagli altri), non comunicano ciò che pensano, evitano il conflitto e hanno difficoltà a prendere decisioni perché temono il giudizio altrui. Ciò che comportano in chi li circonda è un’incapacità di percepire i loro bisogni: dunque chiederanno loro sempre di più. La convinzione delle persone passive è quella che “𝐈 𝐦𝐢𝐞𝐢 𝐝𝐢𝐫𝐢𝐭𝐭𝐢 𝐯𝐚𝐥𝐠𝐨𝐧𝐨 𝐦𝐞𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥𝐢 𝐝𝐞𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐥𝐭𝐫𝐢”, dunque, si comportano con atteggiamenti di sottomissione, fuga ed evitamento. Esempio di frasi tipiche delle persone passive possono essere: “𝐇𝐚𝐢 𝐫𝐚𝐠𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐭𝐮, 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐩𝐞𝐧𝐬𝐨 𝐧𝐨𝐧 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐚”.
3. 𝐀𝐒𝐒𝐄𝐑𝐓𝐈𝐕𝐎: è l’unico stile comunicativo efficace, caratterizzato 𝒅𝒂𝒍𝒍’𝒆𝒔𝒑𝒓𝒆𝒔𝒔𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒅𝒆𝒊 𝒑𝒓𝒐𝒑𝒓𝒊 𝒃𝒊𝒔𝒐𝒈𝒏𝒊, 𝒔𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒑𝒓𝒆𝒗𝒂𝒓𝒊𝒄𝒂𝒓𝒆 𝒔𝒖𝒍𝒍’𝒂𝒍𝒕𝒓𝒐 𝒆 𝒓𝒊𝒔𝒑𝒆𝒕𝒕𝒂𝒏𝒅𝒐 𝒂𝒏𝒄𝒉𝒆 𝒊 𝒔𝒖𝒐𝒊 𝒃𝒊𝒔𝒐𝒈𝒏𝒊. È lo stile vincente che permette di instaurare solide relazioni basate sulla comprensione e autenticità. Si ha il diritto di esprimere i propri sentimenti ed emozioni considerando anche quelle altrui. Le conseguenze positive sono una forte auto-efficacia, intesa come la valutazione che ognuno fa delle proprie competenze personali. Comunicando in questo modo è possibile superare un problema o una discussione percependosi maggiormente capaci ed efficaci di esprimere e comprendere i bisogni proprie e dell’altro, giungendo a una soluzione reale e solida. Non si svaluta, non si mette in discussione il valore di nessuno ed esiste rispetto per se stessi e per gli altri. Si è onesti verso di sé e le persone con cui ci si rapporta, suscitando in loro sentimenti ed emozioni positive volti a instaurare rapporti solidi, duraturi e autentici. In tal modo, non si permette agli altri di farsi manipolare, ma si gioca a carte scoperte, senza cedere, ma senza neanche attaccare. La convinzione che è alla base di questo stile comunicativo è “𝐢 𝐦𝐢𝐞𝐢 𝐝𝐢𝐫𝐢𝐭𝐭𝐢 𝐯𝐚𝐥𝐠𝐨𝐧𝐨 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐭𝐨 𝐢 𝐭𝐮𝐨𝐢”, dunque l’atteggiamento utilizzato sarà quello di rispettare se stessi e gli altri. Un esempio di frase assertiva potrebbe essere: “𝐓𝐫𝐨𝐯𝐨 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐞𝐬𝐬𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐥𝐞 𝐭𝐮𝐞 𝐨𝐬𝐬𝐞𝐫𝐯𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐦𝐚 𝐩𝐞𝐫𝐦𝐞𝐭𝐭𝐢𝐦𝐢 𝐝𝐢 𝐞𝐬𝐩𝐫𝐢𝐦𝐞𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐦𝐢𝐨 𝐩𝐮𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐯𝐢𝐬𝐭𝐚”.
4. Ne è stato riconosciuto un quarto: lo stile 𝐏𝐀𝐒𝐒𝐈𝐕𝐎-𝐀𝐆𝐆𝐑𝐄𝐒𝐒𝐈𝐕𝐎. Questo è tipico di persone che 𝒂𝒑𝒑𝒂𝒓𝒆𝒏𝒕𝒆𝒎𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒔𝒆𝒎𝒃𝒓𝒂𝒏𝒐 𝑷𝑨𝑺𝑺𝑰𝑽𝑬 𝒎𝒂, 𝒊𝒏 𝒓𝒆𝒂𝒍𝒕𝒂̀, 𝒆𝒔𝒑𝒓𝒊𝒎𝒐𝒏𝒐 𝒍𝒂 𝒑𝒓𝒐𝒑𝒓𝒊𝒂 𝑨𝑮𝑮𝑹𝑬𝑺𝑺𝑰𝑽𝑰𝑻𝑨̀ 𝒊𝒏 𝒎𝒐𝒅𝒐 𝒊𝒏𝒅𝒊𝒓𝒆𝒕𝒕𝒐, 𝒔𝒖𝒃𝒅𝒐𝒍𝒐 𝒆 𝒄𝒆𝒍𝒂𝒕𝒐. Sono persone che accettano apparentemente tutto, sorridono sempre, ma che, accumulando si vendicano, usano sarcasmo e sotterfugi e porteranno sempre il conto di ciò che non hanno accettato. Ciò che comporta questo stile comunicativo è incapacità negli altri di #comprendere quali siano i reali bisogni dell’altro (non essendo da loro espressi chiaramente) e grande #frustrazione in loro che si sfoga ed esplode sotto forma di marchingegnosi comportamenti che ledono l’altro.




Commenti